Big



Regia: Penny Marshall


Trama iniziale
Nel New Jersey degli anni '80, l'imberbe Josh cresce in una placida cittadina. Manifesta tutti gli interessi di un tipico tredicenne dell'epoca: giochi,
pupazzi, ma anche le prime cotte. Per via di un saluto ammiccante infatti crede che lui possa piacere alla coetanea più carina della scuola. 

Scopre però nella maniera peggiore possibile di essersi illuso invano, ovvero al luna park davanti ai genitori e pure facendo la figura del fesso e del bugiardo. Comprensibilmente giù di morale, si avvicina a un'attrazione distaccata dalle altre, una specie di indovino meccatronico, cui si rivolge per esprimere il desiderio di diventare "big", in italiano grande/adulto. 

Così, nottetempo, il suo corpo assumerà la maturità di un trentenne, anno più anno meno, (Tom Hanks ne aveva 32 quando si stava girando il film) e il difficile sarà non solo capacitarsi dell'accaduto, ma soprattutto convincere le persone a lui care. Riuscirà nell'intento solo con il suo migliore amico, il quale gli suggerisce di sistemarsi a New York e di cercare un impiego. Troverà così spazio in una società di giocattoli, dove si odora per lui una carriera fiammeggiante...



Recensione critica
La storia raccontata, secondo il mio umile parere, si avvicina molto a quella che potrebbe essere la trasposizione cinematografica di una fiaba senzatempo. Degli elementi cardine non ne manca uno: le speranze infrante del protagonista, l'elemento di disturbo che scombussola il normale corso degli eventi, ovviamente la componente magica, l'aiutante-amico che svolge anche il ruolo di spalla di supporto, la donzella da conquistare, il rivale antipatico che cerca di mettere i bastoni fra le ruote, il benefattore che non si pone troppe domande prima di aiutare, e anche il finale che non rientra pienamente nella categoria "lieto fine", ma che quantomeno rimette tutto al suo posto. 
Tom Hanks

Non mi sorprende dunque che dietro alla cinepresa ci sia il tocco femminile di Penny Marshall, qui nella sua pellicola più famosa e riuscita. Il sodalizio con Tom Hanks si è poi rinnovato quattro anni più tardi con Ragazze Vincenti. Attore che in quel periodo si destreggiava tra una commediola e l'altra di questo calibro in cerca di fortuna e di apprezzamenti, arrivati proprio con Big con una prima candidatura all'Oscar come Miglior attore protagonista. Statuetta che potè vantare solo 5 anni dopo con la sua perfomance in Philadelfia e addirittura anche l'anno dopo con l'indimenticabile Forrest Gump. Il film in recensione dunque segna un'importante tappa nella sua carriera e vale quindi vale la visione per chi, come me, apprezza immensamente il garbo e la bravura dell'attore.

Il tema affrontato sicuramente desta interesse un po' a chiunque: chi da piccolo non ha mai pensato a quanto fosse difficile rapportarsi con il mondo degli adulti e, perché no, farne parte fin da subito? E infatti oltre a Big ho visto anche un altro film tale e quale, ma visto dalla prospettiva inversa, con protagonista femminile e regista maschile: 30 Anni In Un Secondo (non commentate i miei gusti cinematografici, vi prego). 

Ben trattato poi il dilemma amletico tra entrare definitivamente nel mondo dei 'grandi' oppure tornare alla propria condizione rassicurante di teeneger. Pecche vistose che disturbano la visione non ne ho riscontrate, rimane giusto qualche situazione improbabile di troppo e qualche debolezza di trama, passabili visto il target a cui è rivolto. Infine alcuni elementi li avrei gestiti in maniera differente, conclusione in primis.


Consigliatissimo a un pubblico sognatore e poco esigente, insomma agli eterni Peter Pan; sconsigliato a chi non una storia di fantasia non garba per niente.



Giudizio complessivo: 6.9
Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




Trailer




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