Buio Omega


Regia: Joe D'amato


Un po’ di sano horror splatter italiano anni 70/80 fa sempre bene, per cui ora vi beccate questo Buio Omega, eccellente lavoro del versatile e poliedrico Aristide Massaccesi, meglio conosciuto come Joe D’Amato.
Non è un caso poi che nelle mie recensioni di film diretti da registi italiani in quel periodo abbia abusato del termine “poliedrico”, perché proprio questa caratteristica è tipica dei vari Fulci, Lenzi e compagnia bella, all’interno della quale non può certo mancare il nostro Joe, che arriva addirittura a strizzare l’occhio (e non solo) al porno vero e proprio, con alcune sue perle che ogni caso consiglio di andare a recuperare quando la vostra fidanzata si distrae un attimo.

In questo film invece si parla quasi esclusivamente di horror/splatter, come già accennavo precedentemente, anche se la vena erotica di D’Amato minaccia di venir fuori da un momento all’altro e ci viene raccontata la storia di questo simpatico ragazzotto a modo (interpretato guarda caso da un futuro attore porno), che proprio non ne vuol sapere di abbandonare la sua ragazza, anche quando ormai pare non essere più così in forma come ai tempi passati. 


Morboso, folle, malato, inquietante, sadico, perverso, macabro (termine usato non a caso, grazie a un finale che guarda caso mi rimanda un po’ al miglior lavoro del Bava Jr.) sono solo alcuni degli aggettivi che potrebbero descrivere questo Buio Omega, caratterizzato da una trama direi piuttosto allucinante, che si snoda attraverso alcune tematiche che potrebbero risultare non proprio agevoli per tutti (mettete a letto i bambini insomma…e pure gli schizzinosi).

Lo splatter di certo non manca e gli effetti speciali, pur essendo chiaramente artigianali e realizzati con budget non esattamente miliardario, risultano dannatamente efficaci.


Tali effetti poi rendono possibile la realizzazione di svariate scene epiche tra cui voglio citare, giusto così per stuzzicare un po’ l’appetito, lo sbudellamento delle fidanzata ormai passata a miglior vita, il cranio che sbuca a tradimento dalla vasca da bagno riempita di acido (applausi), le unghie strappate via alla tizia, il morso al cuore e poi questi occhi che proprio non ne vogliono sapere di voler restare al loro posto. Chiaro poi c’è molto altro, ma lo lascio scoprire direttamente a voi.

La trama scorre via rapidamente senza eccessivi intoppi e riesce pure a non annoiare, al contrario di più o meno illustri colleghi dell’epoca, grazie anche ad una regia veramente competente e a riprese di pregevole fattura.

La recitazione, per contro, diciamo pure che non è proprio da Oscar (non a caso, come accennavo sopra, il protagonista ha poi deciso di esplorare altri generi, dove la favella non è esattamente la qualità principale richiesta); si salva solo la brava Cinzia Monreale.


Il finale è a dir poco ccezionale, come direbbe il buon Sandro Piccinini, così come l’ottima colonna sonora firmata Goblin.

In definitiva si tratta quindi di un film che gli appassionati del genere non devono farsi sfuggire.

Giudizio complessivo: 8.3
Enjoy,

Luca Rait



Trailer



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