The Witch


Regia: Robert Eggers


Dunque era già da molto tempo che avevo lì in sospeso la visione di questo The Witch e diciamo che, per svariati motivi, non avevo ancora trovato l’ispirazione.

Ispirazione che purtroppo è arrivata adesso.

E mi dispiace parecchio di doverlo stroncare così malamente, ma ahimè devo farlo per forza e per questo vale la pena che io mi soffermi un poco di più su quanto appena visto.

Probabilmente non avrò capito le intenzioni del regista (ammesso che ne avesse di solide), sicuramente non avrò colto il profondo significato e blablabla blablabla, ma una cosa è certa…mi sono letteralmente fatto due palle cubiche per arrivare a fine visione, pur essendo partito assolutamente ben disposto, dato che alla maggioranza di quelli con cui mi sono confrontato più o meno direttamente, era piaciuto e non poco.

La delusione pertanto è stata ancora maggiore e si è indubbiamente accentuata dal momento che le intenzioni erano pure buone, così come molto interessante è stata l’idea di giocare molto sul misterioso e sulle atmosfere malsane della famiglia, piuttosto che su facili abusi di splatter o su jumpscares che francamente avrebbero stonato parecchio.


La realizzazione tecnica del film è pure buona, sia a livello di fotografia, che di ambientazioni, su questo non posso dire assolutamente nulla; ma le buone notizie per quanto mi riguarda purtroppo finiscono qui.

Ci sono infatti troppi lati negativi che, di conseguenza, lo mantengono piuttosto lontano dalla sufficienza.

Per prima cosa, fattore puramente soggettivo e quindi condivisibile fino ad un certo punto, non posso non citare la noia più totale che mi ha pervaso sin dalle prime battute. Va bene che già io non gradisco particolarmente film ambientati indietro nel tempo, con tutto quello che ne consegue, però di fronte ad una storia efficace ed interessante, ritengo di non aver alcun problema legato a questo aspetto.

E invece per poco più di un’ora purtroppo siamo costretti ad assistere ad una serie di ridicoli battibecchi familiari, intervallati da una moltitudine di preghiere e comportamenti fanatico/religiosi che finirebbero perfino col dare fastidio a Paolo Brosio (e figuriamoci quindi a me). Anche il gioco di continuare ad affibbiarsi le colpe per tutto quello che accade, manco si stesse giocando a “Ce l’hai” o come cazz. si chiama, dopo la terza o quarta volta inizia a stancare, mentre dopo la venticinquesima rompe decisamente i cosiddetti.


E si perché, senza esagerare, è questo che ci viene mostrato per lunga parte del film e, quando si tenta di uscire da tale routine, ci tocca assistere ad alcune scene che, per quanto mi riguarda, rasentano il ridicolo non voluto, come per esempio quando il figlio posseduto inizia a delirare in punto di morte (forse qui è colpa anche di un doppiaggio scadente e pertanto mi prendo le colpe per non averlo cercato in lingua originale), oppure quando sul finale la nostra bella eroina si unisce al circolo vizioso delle streghe volanti.

La storia poi fa fatica a stare in piedi e spesso sembra più un collage di idee messe giù senza un apparente struttura, con la/e strega/ghe, il diavolo, il caprone, il coniglio e tutto il resto che si rincorrono in una caccia al filo logico, che purtroppo non avrà vincitori.

Le recitazioni non mi sono apparse esattamente da premio Oscar (qualche bella espressione e nulla più) ed in questo non si può certo dire che siano state aiutate da dialoghi che risultano per lo più banali ed infarciti dai continui sproloqui religiosi di cui ho già accennato prima.

L’unico momento che ho trovato piacevole, forse perché proprio in contrapposizione al piattume generale, è stato quando il moccioso si è perso nel bosco ed ho iniziato a chiedermi “Dai su dov’è la strega?” e subito dopo…boom, eccomi esaudito con la comparsa di Sarah Stephens che, lasciandoci ipotizzare che tutte le streghe siano così, mi ha immediatamente fatto desiderare di essere catturato all’istante. Se non ci credete fate una ricerca su Google immagini e poi ne riparliamo.


Un finale buono avrebbe inoltre potuto risollevare la situazione ed il film (e francamente un po’ ci speravo), ma purtroppo quello che ci è stato proposto non ha fatto altro che affossarlo ulteriormente, con le ultime immagini (di cui parlavo sopra) come amara ciliegina finale su una torta veramente poco appetitosa.

L’abuso del termine “purtroppo è chiaramente voluto e basta e avanza per esprimere tutta la mia delusione.

Giudizio complessivo: 4.5
Buona visione (e lo dico senza problemi, dato che a molti potrebbe pure piacere, date le alte valutazioni che vedo in giro),

Luca Rait



Trailer




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