Little Otik


Regia: Jan Svankmajer

Eccoci, pronti a parlare ancora di Jan, il portento Ceco che tanto adoriamo.

Oggi è il turn di Little Otik (Otesanek in lingua originale), film che racconta le vicende di una famiglia piuttosto....bizzarra.

Bozena e Karel sono una coppia di giovani sposi che purtroppo non riescono ad avere un figlio a causa della loro impotenza. Un giorno, dopo una giornata nella loro casa nel bosco, Karel decide di scolpire un tronco di legno per la moglie a forma di bambino e questa, inaspettatamente, si convince che quello sia suo figlio naturale e decide di tenerlo, così come una madre vera. Nonostante il marito cerchi in ogni modo di farla desistere da questa stupida idea lei è ormai nel suo mondo e, dopo 9 mesi di cuscini sotto la pancia per simulare la gestazione, finge di partorire per poter tenere in casa con lei loro figlio Otik, la radice. Al nono mese però, quasi per magia, Otik prende vita e diventa un Otesanek, un mostro appartenente al folklore Boemo che mangia sempre di più, da semplici pappette per bambini a persone intere. In tutto questo la coppia dovrà pensare anche ad Alzbetka, una bambina ficcanaso che vive nel loro stesso condominio.



Jan, si sa, non delude mai e qui vediamo un buon prodotto, anche se forse non il suo miglior film. Gli elementi che lo contraddistinguono ci sono tutti: Stop-motion, armadio simbolo di passaggio, poco sonoro, ambienti fetidi, inquadrature chiuse ed attente ai dettagli, attori allucinati e tonnellate di simboli.

Per quanto riguarda la stop-motion (uno dei principali motivi per cui si ricorda il regista) qui è limitata quasi unicamente all'animazione di Otik e di alcune piccole scene animate che ci raccontano la fiaba originale dell'Otesanek (scene davvero ben fatte tra l'altro). Il sonoro è perfetto e sentiremo ogni scricchiolio del legno e ogni pianto della creatura, un po' come ha fatto il buon vecchio Lynch in Eraserhead insomma.

Per quanto riguarda il cast, ho visto con piacere il ritorno di alcune vecchie conoscenze come Pavel Novy (Conspirators of Pleasure, Faust) nei pani del padre di Alzbetka, affiancato da new entry comunque altrettanto valide e freak, ognuna a suo modo caratterizzata con personalità tutt'altro che stereotipate.


Unica nota negativa è il ritmo che risulta a volte un pò pesante e macchinoso, nonostante nel complesso comunque sia un'opera piuttosto scorrevole e divertente (per quanto ci si possa divertire con un film del genere).

Di questo Little Otik purtroppo non resta molto da dire, è un film in pieno stile Svank ma che, forse, non riesce a colpire fino in fondo. Consigliato agli amanti del regista e del grottesco.

Giudizio complessivo: 7.5
Buona Visione,


Stefano Gandelli




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