Le Iene


Regia: Quentin Tarantino

Harvey Keitel, grandissimo attore dallo sguardo magnetico ricordato dalle donne per quella menata di Lezioni Di Piano, un giorno come un altro incontrò un giovane ragazzo di Knoxville (Tennessee) dal mento pronunciato come quello di Marlon Brando nel Padrino e dal bizzarro modo di parlare, tipico dei sobborghi violenti di città come Los Angeles o Detroit dove, invece delle virgole, usano in continuazione il colorato termine “fuck”. 

Questo ragazzo risponde al nome di Quentin Tarantino, figlio di una ragazza madre e di Tony Tarantino (attoruncolo che scimmiottava Elvis Presley e che, dopo aver scoperto che il figlio divenne uno dei più importanti registi dei nostri tempi, ritornò dalla sua famiglia con la coda tra le gambe….signori, è o non è un uomo di merda questo?)

L’incontro tra Tarantino e Keitel fu particolarissimo: Quentin aveva proposto all’attore un ruolo nel suo primo film (in realtà secondo, il primo fu una commedia amatoriale in bianco e nero del ’89 che non vide nessuno) e arrivò a casa Keitel, dove svuotò il frigorifero di quest’ultimo, facendolo rimanere a bocca aperta. Ma Keitel rimase anche impressionato dalla cultura filmica del ragazzo, che era solo un commesso di un blockbuster, e accettò il ruolo decidendo anche di mettere qualche palanca nel progetto (che partiva quasi dal nulla).

Il titolo del film era Reservoir Dogs e il produttore Lawrence Bender decise di produrlo.

8 uomini (8 “odiosi”, come i futuri Hateful Eight) sono seduti intorno ad un tavolo a fare colazione. 6 sono vestiti con camicia bianca e giacca nera. Uno di loro (interpretato proprio da Tarantino) fa un bizzarro paragone tra la canzone Like A Virgin, un evergreen “della Madonna” dei primi Anni 80, e il dolore che prova una donna quando si fotte un uomo con la fava grossa, mentre due minuti dopo un altro di questi individui (interpretato dal dentato Steve Buscemi) fa un dialogo sull’inutilità di dare la mancia alle cameriere. Finita la colazione gli uomini si alzano e si avviano verso il parcheggio, camminando al rallentatore e con in sottofondo la meravigliosa Little Green Bag dei George Baker Selection


Con questi 5 minuti questo sconosciuto di Quentin Tarantino entra nel mondo del cinema con un inchino, omaggiando tutti i maestri conosciuti tramite ore ed ore a visionare VHS nel negozietto dove lavorava.

Questi 6 uomini in camicia sono stati reclutati dagli altri 2 (padre, un figlio di puttana che assomiglia alla Cosa dei Fantastici 4, ed il figlio, il compianto Chris Penn) per compiere una rapina in una gioielleria. Questi 6 non si conoscono e non devono assolutamente dirsi i loro nomi e informazioni sulla loro vita: per facilitare l’anonimato, il capo/la Cosa dà ad ognuno di loro il nome di una tonalità di colore (Mr. White, Mr. Pink….).


Il colpo andrà malissimo, moriranno alcuni di loro, dei poliziotti e anche dei poveri innocenti; gli unici superstiti si ritroveranno all’interno di un magazzino, dove cercheranno di capire cosa è successo e soprattutto cercheranno di scoprire chi, tra loro, è un poliziotto infiltrato….

Parlare della trama di questo film è in parte inutile, perché dovreste averlo visto tutti e se non l’avete visto NON LEGGETE NIENTE!, e in parte è difficilissimo, perché (come il film successivo a questo) non segue un ordine cronologico.

Regia impeccabile con grande cura dei dettagli, attori in formissima e una sceneggiatura da Oscar hanno reso questa piccola pellicola, uscita dalla mente di quel fottuto genio che è Tarantino, un cult degli Anni 90 e un classico del cinema Hard Boiled, un genere americano basato sulle sparatorie, sull’ampio uso di sangue e con dialoghi ricchi di parolacce e violenza verbale.

Il pubblico rimase sconvolto quando vide per la prima volta Reservoir Dogs non solo per il linguaggio utilizzato ma anche per la violenza non estrema ma realistica, fatta di spari nelle budella e conseguenti litri di sangue spurgato.

La scena dell’orecchio, poi, fu contestata amaramente dalla critica e dal pubblico: in una delle sequenze più geniali del film, Mr. Blonde (un Michael Madsen fuori di testa) balla con un rasoio in mano e, senza nessuna pietà, recide l’orecchio di un povero poliziotto (la scena integrale mostrava proprio il taglio, ma poi, a causa del stomaco debole di alcuni critici, fu “tagliata” anche questa sequenza).


Personalmente, Le Iene, insieme a Bastardi Senza Gloria, è il miglior film del Taranto, però da buon fan del Maestro credo che un film con una sceneggiatura migliore a Pulp Fiction non esista (Keitel che fa Mr. White è immenso, ma Mr. Wolf “risolvo problemi” è un personaggio assolutamente perfetto).

Detto ciò e non potendo trovare difetti in un film così, eccovi alcune curiosità riguardanti l’opera prima del (secondo me) più grande regista dei nostri giorni:
  • Il ruolo di Mr. Orange (poi andato a Tim Roth) era stato interpretato durante un provino anche da Samuel L. Jackson.
  • Venne inizialmente distribuito qui da noi con il titolo Cani da rapina, poi divenuto il sottotitolo
  • Le scene dove Tarantino recita sono state dirette dall’amico Robert Rodriguez (e in almeno due di queste scene si nota il microfono, cercatele!)
  • La parola “fuck” si sente ben 252 volte (ma il record mi pare sia di Pulp fiction, anche perché dura il doppio)
  • SPOILER: In una scena a metà film si vede un palloncino arancione dietro la macchina di Eddy il bello (Chris Penn): Tarantino ha inserito questo indizio per farci capire l’identità del poliziotto infiltrato (genio e follia!)
  • Il personaggio di Vic Vega, interpretato da M. Madsen, è il fratello di Vincent Vega di Pulp fiction (quello con l’impermeabile che si guarda intorno spazientito).

GIUNTI ALLA FINE DI QUESTA RECENSIONE, VI DICO IL VOTO E BASTA PERCHÉ MI SONO ROTTO I COGLIONI E CONSIGLIO LA VISIONE A TUTTI COLORO CHE RESPIRANO E CHE SONO ANCORA TRA DI NOI E SE ODIATE LA VOLGARITÀ PAZIENZA OH, CHE CAZZO VOLETE DA TARANTINO? 

Giudizio complessivo: 10
Enjoy,


Nicolò Benincà


Trailer



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