Il Club Dei Mostri


Regia: Roy Ward Baker

Con l’arrivo dei violentissimi Anni 70, la mitica casa di produzione anglosassone Hammer (che vanta capolavori come il Dracula con Christopher Lee e gli horror antologici come Le Cinque Chiavi Del Terrore) ha incontrato un periodo di buio che poi si è trasformato nella fine di questa gigantesca Megaditta che sfornava brividi su pellicola.

Nel 1980, però, il veterano del cinema inglese Roy Baker realizza, come suo ultimo film (il penultimo è il semi-riuscito La Leggenda Dei 7 Vampiri D’oro, pellicola che unisce i succhiasangue alle arti marziali….no comment), un’antologia di episodi dell’orrore raccontati da un narratore d’eccezione: Sir “Re del brivido” Vincent Price.

Ma vivisezioniamo episodio per episodio per vedere se vi è qualche brandello di carne fresca e sanguinante….


EPISODIO CORNICE

Uno scrittore di libri horror (il leggendario John Carradine, papà del Bill di Kill Bill….minchia ma quella è una spada di Hattori Hanzo!) viene assalito da un distinto gentiluomo londinese (Vincent Price), il quale gli succhia solo uno shottino di sangue e lo invita a seguirlo in un locale, il “Monster Club”, dove gli racconterà tre storie riguardanti vampiri & Co. 

Ricco di humour inglese (“Prenda il succo di pomodoro, così nessuno si accorgerà che è un umano!”) e di location kitsch alla Madame Tussauds, è sicuramente il segmento migliore del film ed amalgama perfettamente la vecchia tradizione della Hammer (la location nei titoli di testa) all’avvento dei discotecari Anni 80 (le lunghissime ma assolutamente orecchiabili canzoni proposte dopo ogni storia nel “Monster Club”).

Immenso Price, che giganteggia nelle vesti del vampiro gentiluomo come nessuno mai e spettacolare è il monologo che fa alla fine (subito prima di un fare uno dei balletti più divertenti che ho visto in vita mia), nel quale afferma che “Non c’è mostro peggiore che l’essere umano, creatore di centrali nucleari, gas tossici, campi di sterminio….”. Sante parole, Mr. Price.

Ultimissima cosa, la scena che vale da sola tutto l’episodio (o anche tutto il film): una spogliarellista, apparentemente normale, inizia il suo numero sfilandosi reggiseno, mutandine e….la PELLE, così da diventare un mucchio d’ossa danzanti (effetto realizzato con un macabrissimo cartone animato).

Giudizio: 9


EPISODIO 1

Una ragazza disoccupata accetta il lavoro come segretaria per un misterioso nobile inglese che vive recluso in una lussuosa villa suburbana, senza mai uscire dalla dimora (vi dico solo il nome: Mr. Raven….e ho detto tutto).

Il rapporto tra padrone e impiegata diventerà morboso (mobbing vampiresco…potrebbe benissimo essere un sequel di 50 Sfumature Di Grigio), finché non si scoprirà che il capo altro non è che un Fischiamorte, un essere che con un acuto fischio delle labbra può carbonizzare qualsiasi cosa….

L’episodio più deboluccio del lotto ma non per questo da buttare.

Molto bella la scena del ballo con quelle specie di maschere antigas.

Giudizio: 6


EPISODIO 2

Un gruppo di cacciatori di vampiri, più combina guai di Mr. Bean, sta dando la caccia ad un elegantissimo principe della tenebre (e padre di famiglia). Quando lo troveranno, lo stesso capo ammazza-vampiri verrà trasformato in un succhiasangue….

Riuscito mix horror – demenziale, con un sempre grande Donald Pleasence (il Dottor Loomis di Halloween) nel ruolo del boss degli impala – pipistrelli e con alcune gag slapstick alla Benny Hill tipiche della tradizione britannica.

Giudizio: 7


EPISODIO 3

Un regista americano è a Londra per girare un film horror. Cercando la giusta location, si ritrova in uno sperduto villaggio abitato da una comunità di Ghouls (vampiri divoratori di cadaveri). Dopo essere stato richiuso in una fetida stanza, il regista riesce a scappare con l’aiuto di una giovane ragazza della comunità ma che sogna la libertà. Arrivato all’autostrada crede di essersi messo in salvo, ma….

L’episodio più riuscito, ricco di suspense e con un’idea alla Carpenter veramente convincente.

Bellissimi i disegni alla Gustave Dorè che mostrano la storia dei Ghouls

Nel ruolo del barista, lo scrittore che viene torturato in Arancia Meccanica.

Colpaccio di scena finale in stile Ai Confini Della Realtà.

Giudizio: 8


UN HORROR ANTOLOGICO RICCO DI HUMOUR INGLESE, CHE OMAGGIA LA TRADIZIONE DELLA STORICA HAMMER PRODUCTION.

CONSIGLIATO AGLI AMANTI DEL VINTAGE (E Vincent Price ne è l’emblema).

Giudizio complessivo: 7,5
Enjoy,






Trailer


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