Il Silenzio Dei Prosciutti


Regia: Ezio Greggio


E con questa recensione so già che sarò linciato (che poi diamine, perché tirarmi addosso delle povere linci indifese) dalla folla di recensori armati di asce e forconi (o falci e martelli, dipende dal vostro orientamento politico).

Ma io rischio e la faccio lo stesso, va da via il cü come dicono a Messina.

Ezio Greggio non sarà sicuramente il più grande comico che il nostro paese ha partorito, però ha costruito, durante gli anni, una carriera televisiva discreta se non buona e ha fatto sorridere parecchi telespettatori prima al Drive In poi con l’ancora esistente (ma ormai invecchiata) Striscia La Notizia.

Ovviamente, leggere “Scritto e Diretto” da Ezio Greggio per un critico cinematografico è come per Superman farsi il bidè con la kriptonite, però già partire col solito pregiudizio “Un film di Ezio Greggio? Cazzata assicurata!” non è molto corretto, anche se OK, qui siamo di fronte ad una cazzata gigantesca, ma che qualcosa di (e perdonatemi il termine che considererete fuori luogo) “divertente” c’è l’ha. 


Capendo che un film così, qui da noi, avrebbe guadagnato quanto una battona con l’herpes vaginale, il volpino di Biella parte per gli States e con due soldi mette in scena la storia dell’agente Jo Dee Foster (nessun errore ortografico), interpretato dal sempre sorridente Billy Zane, simpatico come un orfano al funerale dell’unico nonno ancora in vita, il quale deve scovare il famigerato serial killer che sta mietendo vittime peggio di [SPOILER] Thanos (Cazzo, che spoiler!) [FINE SPOILER] e allo stesso tempo ritrovare la sua ragazza, fuggita in un lugubre motel di periferia con un bel malloppo rubato.

Joo Dee Foster, per risolvere il primo caso, sarà aiutato dagli essenziali indizi del Dr. Animal Cannibal Pizza (il gigantesco Dom DeLuise), imprigionato in una cella senza alcuna via di fuga dopo aver macellato e trasformato alcune vittime in condimenti per la pizza.

E in tutto questo sgangherato circo di pazzi abbiamo anche Antonio Motel, ovvero un inedito Greggio che recita in inglese e si doppia a sua volta in italiano (e, visto che Billy Zane è doppiato dalle fottute corde vocali di Luca Ward, la differenza tra doppiatori professionisti e dilettanti si sente, ma tutto questo fa ancora più ridere). 


Scritto così così e diretto male, il film è una mediocre parodia de Il Silenzio Degli Innocenti e Psycho che però riesce a regalare un numero abbastanza sufficiente di gag tormentone tra lo slapstick e il nonsense: alcune funzionano come un orologio svizzero (i dialoghi tra Greggio e la ragazza, “Arrivederci!”, l’urlo insensato di Gomez Addams, Greggio che sembra si stia autocompiacendosi guardando la ragazza fare la doccia e poi scoprire che sta “solo” affilando un coltello), alcune che fanno leggermente sorridere (il nano e il suo braccio kilometrico, i dialoghi con Animal Pizza, le vicissitudini alla stazione), altre invece che non funzionano proprio (la città sotto ogni tipo di violenza, Pavarotti, il forzatissimo finale alla Scooby-Doo).

Quest’ultimo, appunto, fa scendere di molto il livello della pellicola, a causa dall’assenza totale di ritmo e di idee.

Fortunatamente, l’ultimissima scena rialza un attimo il divertissement perduto nei minuti prima (poi la copertina del mai realizzato Ezio Greggio’s Jurassic Pork fa sorridere a denti stretti o piangere disperatamente, dipende se vi è piaciuto o meno il film). 


Nel nutrito cast, fanno piccole apparizioni Bubba Smith di Scuola di Polizia, Martin Balsam nel ruolo – parodia che gli fu in Psycho, John Astin, Joe Dante, John Carpenter, John Landis e Mel Brooks (e quando lo vedrete, direte “È lui o non è lui? Cerrrto che è lui!”.

PARODIA DEI CLASSICI CLICHÈ DEI THRILLER AMERICANI CHE DIVERTE L’AMANTE DEL DEMENZIALE E DEL TRASH, MA CHE È ANCORA LONTANA DALLA FOLLIA BROOKSIANA. 

SCONSIGLIATO AI CRITICI CINEMATOGRAFICI.

PROBABILMENTE, MEGLIO DI BOX OFFICE. 

VOTO: 6
Buona visione,






Trailer



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1 commento:

  1. Perché solo 6?
    Dato che il film diverte e, certo non è al livello di Totò De Curtis, però come humour americano fa sganasciare gli statunitensi, io do un bel 9.
    Come opera prima autoprodotta e parodia non solo a 4 o 5 thriller esteri, ma anche ai luoghi comuni USA e a pregiudizi sugli italiani, non taccio che merita totalmente il premio "Exploit" che s'aggiudicò all'epoca. Girato ed ambientato nel 1993, uscito dal 1994...
    Tanto dovevo.

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