L’Uomo Bicentenario


Regia: Chris Colombus

Molti film si sono concentrati sull’antropomorfizzazione delle macchine e sulla possibilità di questi esseri metallici di instaurare un vero e proprio rapporto con gli esseri umani. Un esempio importante per quanto riguarda il tema di studio della robotica emozionale è L’Uomo Bicentenario, film del 1999 diretto da Chris Columbus e basato sull'omonimo racconto di Isaac Asimov, che ha come interprete principale l’attore Robin Williams.

TRAMA SPOILEROSA

Il protagonista della pellicola è un androide acquistato dalla famiglia Martin nel 2005 come robot di servizio, a cui verrà dato il nome di Andrew186 e il quale acquisirà soprattutto la simpatia e l’affetto della figlia più piccola che chiamerà sin da subito ‘Piccola Miss’. Andrew dimostrerà prestissimo di poter provare emozioni ed altre sensazioni inusuali per un robot, come per esempio lo spirito d’iniziativa, la passione per la musica o per l’intaglio del legno e il signor Martin, resosi conto dell’unicità di Andrew, deciderà di non trattarlo più come un robot di servizio ma come se fosse un vero e proprio componente della famiglia.

A causa di un piccolo incidente durante i suoi lavori di intaglio del legno, Andrew perde però un dito ed è subito portato al centro riparazioni della Robotics, dove il robot stesso chiede di poter essere modificato al fine di poter esprimere le emozioni e ciò che prova in modo più espressivo.

Man mano che il tempo passa Andrew, dimostrando di possedere anche un’Intelligenza Artificiale, acquisisce sempre di più comportamenti umani: indossa abiti, diventa molto abile nei suoi lavori, autonomo ed indipendente.

Durante un suo viaggio a San Francisco, Andrew incontra Rupert Burns, uno scienziato che, grazie all’aiuto del padre, aveva trovato il sistema per far assomigliare totalmente un robot ad un essere umano e l’androide, spinto dal desiderio di realizzare il suo sogno, decide di finanziare tale ricerca sottoponendosi lui stesso all’intervento che lo renderà simile ad un essere umano almeno nell’aspetto fisico: si farà costruire artificialmente tutti gli organi utili per compiere azioni prettamente appartenenti all’ambito umano e si farà impiantare un vero e proprio sistema nervoso centrale capace di fargli provare ogni tipo di sensazione.

Innamoratosi di Porzia, la nipote di ‘Piccola Miss’, il robot decide di chiedere al Congresso Mondiale di essere riconosciuto come un vero e proprio essere umano per potersi sposare, ma il Congresso rifiuta e lui continua a vivere la sua vita cercando di mantenere più tempo in vita la donna amata grazie a delle trasfusioni di sangue, fino a quando gli balena l’idea di diventare lui stesso effettivamente ancora più umano. Invecchiato torna alla presenza del Congresso Mondiale dove fa la medesima richiesta fatta in passato, ricevendo, questa volta, una risposta positiva.


RECENSIONE NO SPOILER

Questo film ha cercato di esprimere, anche se sicuramente in maniera differente, ciò che la robotica emozionale, con le sue numerosissime ricerche, cerca di realizzare: un robot capace di "provare emozioni", capace di comprendere le esigenze dell’uomo e di rispondere in maniera adeguata, rispettando le leggi e i principi imposti, alle più disparate situazioni. Andrew è un robot, non ha nulla di umano: i suoi organi sono artificiali, la sua pelle è artificiale, il suo cervello è stato costruito in laboratorio, ciò che lo rende simile "all’essere umano" sono le sue emozioni.

La scena più significativa di tutto il film è quella in cui Andrew si presenta per la prima volta davanti al Consiglio chiedendo di essere riconosciuto come essere umano ed il Presidente risponde negativamente ritenendo che lui sia artificiale, allora Andrew replica affermando che anche gli uomini, se hanno subito trapianti o se hanno ibridate al loro corpo protesi artificiali, sono organismi artificiali. Il Congresso, inoltre, risponde ad Andrew in modo negativo alla sua richiesta in quanto ritiene che accettare ‘il riconoscimento’ di un robot immortale come essere umano scatenerebbe l’ira e la gelosia degli uomini non potenziati. Questo ha riportato l’attenzione sulle implicazioni etiche riguardanti i technological enhancements ed in particolare sulla possibilità dell’estensione della vita umana, ritenuta dai bio-conservatori un qualcosa di inutile e problematico per la specie umana, proprio come mette in risalto lo stesso film. Per questo motivo Andrew decide di diventare ‘un uomo’ a tutti gli effetti, rendendosi mortale e rinunciando ad un potenziamento che avrebbe potuto ‘migliorarlo’ rispetto al restante genere umano. Infatti l’androide nel film afferma: "Come robot avrei potuto vivere per sempre ma preferisco morire come uomo che vivere per tutta l’eternità come macchina".

Anche il filosofo Jean-Luc Nancy ha posto la sua attenzione sulla possibilità, data dalla scienza medica, di prolungare la vita umana sconfiggendo le malattie. Egli, nel libro L’Intruso, parla del suo trapianto di cuore, di come la medicina possa immettere nella corporeità umana un organo ‘estraneo’ al proprio ‘funzionamento’ e possa, tramite la tecnica, far si che quella che doveva essere la fine sia solo una nuova origine, spiega come l’uomo abbia avuto modo di diventare il «tecnico» capace di dare una nuova possibilità al proprio corpo.

Tramite l’aggiunta di organi, di protesi ma anche dei fili di ferro che tengono insieme lo sterno ricucito, l’uomo non è più solo uomo ma è un uomo che ha ibridati al proprio corpo vari ‘supplementi artificiali’, è un «morto-vivente» che ha potuto, tramite ‘l’inserimento di un intruso’, ‘reinventare’ i propri assetti.

La pellicola in questione non si è occupata, però, solo dell’analisi della tematica appena esposta, ma anche del rapporto uomo-robot, argomento di studio della roboetica, che viene rappresentato con assoluta naturalezza: la famiglia Martin accetta sin da subito Andrew ritenendolo un vero e proprio membro della famiglia, rendendolo parte integrante della società, senza far distinzione tra lui e loro prima che si trasformi, effettivamente, in un ‘essere umano’, quando è ancora, anche nell’aspetto, un robot. Tuttavia, anche se in modo superficiale, viene mostrata anche l’altra faccia della medaglia e cioè la percezione di un certo grado di diversità nel rapportarsi con un essere meccanico o, comunque, con un essere particolare che sorprende ma allo stesso tempo spaventa, in quanto rappresenta un qualcosa di straordinario che non si credeva possibile in passato.

Giudizio complessivo: 8
Buona visione,






Trailer



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